Quello che vedete qui sopra è il trolley che mi accompagna da un paio d’anni nelle mie peregrinazioni. Quello precedente l’avevo perduto, appunto due anni fa, dimenticandolo nel treno che mi aveva portato a Milano: me ne accorsi la sera dell’arrivo, scoprendo che Trenitalia non gestiva più un servizio lost & found (nonostante il trionfalistico comunicato stampa del gennaio 2012 che campeggia ancora nel sito) e che tutte le cose dimenticate nei treni venivano consegnate (forse) all’ufficio oggetti smarriti della città di destinazione del treno. Provai a chiedere all’ufficio oggetti smarriti di Milano, si limitarono a ridacchiarmi in faccia.
La storia si ripete: il 23 maggio scorso arrivo a Milano da Roma, prendo la metro per andare in centro e… mi accorgo con raccapriccio di una sensazione di strana leggerezza. Avevo dimenticato di nuovo il mio trolley nel treno. Chiamo trafelato il call center Trenitalia, e al quarto tentativo riesco a bypassare le voci sintetiche preimpostate, e la voce umana che raggiungo mi conferma quanto avevo imparato due anni fa: “Se tutto va bene (ovvero: se nessuno se ne appropria, ndr) il trolley potrebbe essere consegnato all’ufficio oggetti smarriti della città di destinazione del treno“. Per di più il mio treno, questa volta, continuava per Torino, alla cui volta era nel frattempo già ripartito.
Esco dalla metro per raggiungere a piedi il luogo del mio appuntamento di lavoro, cercando di rimuovere dalla mente l’accaduto, quando mi viene un’idea: beh, perché non provare a lanciare un messaggio nella bottiglia nel grande mare di FaceBook? Detto fatto: dal telefonino posto il messaggio che riproduco qui sotto.
Erano già le 11.53, il treno sarebbe arrivato a Torino alle 12.05, se avesse mantenuto il ritardo che aveva accumulato a Milano ci sarebbe stato un po’ più di tempo, le 12.26, ma… ok, ho un po’ di amici a Torino, ma quante probabilità avevo di recuperare così il mio trolley?
Risultato: moltissime! Alle 11.53 già uno dei miei amici mi dice che prima non poteva, ma alle 14 sarebbe passato. E subito dopo, alle 12.06 (andatevi a vedere il thread completo) il mio amico Daniele Biolatti mi dice che se contattandolo suo nipote Mattia avrebbe potuto passare dalla stazione. Io però ero impegnato nel frattempo col mio incontro di lavoro, e non stavo seguendo FaceBook. Mattia Biolatti però si avvede da solo del messaggio dello zio, va in stazione, si dà da fare et voilà: alle 12.45 il mio trolley è al sicuro nelle mani di Mattia. Marco, il mio collega, mentre siamo al tavolo di riunione, alza gli occhi dal telefonino e con un sorriso neanche troppo incredulo mi sussurra “l’hanno recuperato!“.
Il resto è facile: ho incaricato un corriere di ritirare ieri il trolley da casa di Mattia, e oggi l’ho ricevuto. FAN.TA.STI.CO.
Ora, la conclusione più affrettata e superficiale che si può trarre da questa incredibile vicenda sarebbe una cosa del tipo che figata FaceBook, grazie a FaceBook ho riavuto il mio trolley. Ma non è così.
La conclusione vera e profonda è un’altra: se solo glielo si rende possibile (e in questo caso, certo, grazie FaceBook e grazie Internet) gli esseri umani sono capaci di atti di generosità e di solidarietà gratuita inimmaginabili. E dunque grazie Mattia, e grazie Daniele, e grazie Arsenio, LordMax e tutti gli altri che in una situazione analoga avrebbero fatto altrettanto.
E insomma… ehm… sì, se vedete un trolley abbandonato in un treno, nove volte su dieci è mio: prendetelo pure per favore, e avvisatemi! 🙂
Sembra esserci un’epidemia di valige abbandonate, socialmente recuperate.
Vedi La bella e la svanita: Cieli la mia valigia!