Il blog di Antonio Tombolini

Cercando di capire /6

C

Colgo una frase, dall’interno di un’invettiva feroce e sconsolata, per la gran parte condivisibile, di Giuseppe Genna, che mi pare la descrizione di un fatto, di uno di quei fatti che mi pare lecito interrogare per capire di più:

E’ da settimane che vivo ogni mattina al bar situazioni da cappuccino mainstream e generalista, con gente che scambia embrioni per spermatozoi e chiude con battute chiaverecce.

Quella situazione da cappuccino, con battutacce (maschili anche quando, a volte, profferite da donne) su embrioni, sperma, scopare-o-fecondare-assistiti, fai-un-figlio-almeno-provaci-un-po’-di-gusto, eterologa-cioè-puttana-o-cornuto e via di questo passo, l’abbiamo vissuta tutti nelle ultime settimane: è un fatto, uno dei fatti più rilevanti per capire, almeno relativamente al merito del tema che i referendum affrontavano.

Come interpretare il fatto? A me pare legittimo dire che con tale volgare strumentazione (a ben vedere utilizzata con ancora maggiore raffinatezza, e dunque ancora più volgare, da molta stampa astensionista, Il Foglio e Avvenire in testa) molti abbiano voluto crearsi uno schermo protettivo a tutela della loro decisione di non informarsi. Molti non hanno voluto essere informati sulla questione, per non averci a che fare, santificati in questo dalle parole flautate dei vescovi in tutte le chiese, pronti a benedire la santa ignoranza delle loro pecorelle.
Cosa si voleva di più? Un’ignoranza protettiva e deresponsabilizzante che per di più (rassicurava Ruini, con i tanti sacerdoti laici al seguito) è stata trasformata in virtù.

Conclusione: in ballo c’è una battaglia per la scienza, intesa come conoscenza. Conoscere, voler conoscere, è il peccato che la gerarchia cattolica e quella laica unite hanno deciso di combattere, è il nemico individuato nella loro guerra cosiddetta culturale.
Attenzione: è lo stesso nemico contro cui combatte il fondamentalismo islamico, semplice perché è il nemico contro cui combatte ogni fondamentalismo.

Comincia a profilarsi un problema: se così è, è giusto continuare a privilegiare le sacrosante battaglie sulla legalità (tema che raccoglie in sé tutte le problematiche messe in luce nei miei Cercando di capire precedenti)?
Non è forse prioritario, di fronte all’importanza della sfida, privilegiare stavolta la questione di merito, quella di una battaglia a difesa e promozione della conoscenza come essenza dell’agire umano e della libertà, e di ogni libertà? E non è questa stessa questione di merito anche il fondamento stesso della questione legalità, a ben vedere?

La positiva volontaria rinuncia alla conoscenza per giungere, innocenti, alla rinuncia alla libertà (e dunque alla responsabilità) non è forse la premessa necessariamente plebiscitaria di ogni totalitarismo?

Commenta

  • Bravo, continua a baloccarti con l’idea che gli ignoranti son tutti dall’altra parte, vedrai che andrai lontano.
    Buon viaggio.

  • I lapsus non sono mai casuali (quelli relativi alla propria identita’ in particolar modo), a meno di non negare la validita’ delle teorie psicanalitiche da Freud in poi.
    Di questi tempi puo’ succedere di tutto e non mi meraviglierei di vedere sul rogo anche lui.

  • attenzione però, che quel Genna è uno che odia l’Italia berlusconiana, sul prima nulla ha da rimproverare, ma non ha ancora capito che Cesare Battisti è solo un assassino ed adora le due giulive Simone

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