Il blog di Antonio Tombolini

Dialogo di un Candidato e di un Monsignore /4

D

(4 – …Segue)

Monsignore. Si tratta di attaccarli, i diesse, dove meno se l’aspettano, in quella che ritengono un’arma di loro esclusiva pertinenza.
Candidato. E sarebbe?
Monsignore. La questione morale.

Candidato. E quale questione morale? Che scandalo
farebbe uno di loro divorziato? O una di loro che ha abortito? Dai don
C., ma se dall’altra parte sei pieno di fedelissimi antidivorzisti con
due mogli e non so quante amanti, di antidroga che sniffano, e voglio
tacere d’altro… non scherziamo!
Monsignore. R., così
mi offendi, e offendi anche persone che non ci sono. Noi per primi
dobbiamo rispettare la sofferenza di coloro che, pur  mossi dalla
nostra stessa fede, si trovano in situazione di peccato ma non per questo
rinunciano a testimoniare i nostri valori!
Candidato.
E allora adesso permettimi tu, don C.: vai avanti, e lascia stare
questa predica, che tanto non c’è mica qui Casini a sentirti, coraggio.
Monsignore. E va bene. Vedo che stai diventando un po’ meno educato e rispettoso di quel che ti conoscevo, ma fa niente.
Candidato. E io vedo che stai diventando molto più cardinale di quel che mi aspettassi, ma fa niente. Dai, scusa, andiamo avanti.
Monsignore.
La questione morale, mio caro, proprio quella. Dì un po’, ma a te,
questo fatto che loro si prendano la RAI piazzandoci Petruccioli ti va
bene?
Candidato. No, manco per niente! E infatti non ho mica intenzione di fargliela passare così liscia!
Monsignore. E cosa vorresti fare?
Candidato. Vorrei fargli tirare un po’ il collo, a Petruccioli. Vorrei fargli capire che
se lo accetto è solo in cambio di un mio uomo alla direzione generale.
Monsignore. Mh… va bene. Anche se io, come sai, a un candidato nostro alla presidenza della RAI avevo pur pensato.
Candidato.
Boffo, lo so, lo so. Ma non ci sono le condizioni, don C.; stai
tranquillo però, che non lo dimentico mica. Sto anzi pensando che nel
prossimo governo potrei metterlo alle telecomunicazioni, o magari
all’istruzione… che ne pensi?
Monsignore. Non so,
non è questo il problema ora. E poi non vorrei tu pensassi che Boffo è
uno che fa quel che fa per ottenerne una poltrona per sé.
Candidato. No no, ci mancherebbe altro. Noi tutti si fa quel che si fa solo per spirito di servizio, lo so, lo sappiamo… Ma possiamo anche evitare di ricordarcelo tra noi, visto che siamo a quattr’occhi, no?
Monsignore.
Meglio precisare sempre queste cose, ricordarle a noi stessi, abituare
la nostra mente a pensarle: diventa più naturale anche affermarle e
sostenerle all’esterno, credimi. Ma torniamo a ciò che conta. Ti
chiedevo della RAI. Per essere nominato presidente della RAI il
candidato dei diesse avrà bisogno anche dei voti di Berlusconi, giusto?
Candidato. Certo, ci vogliono i due terzi per legge, e in realtà c’è già l’accordo di tutti sul suo nome.
Monsignore.
E che effetto farebbe sull’opinione pubblica uno che, subito dopo la
sua elezione, facesse ventilare l’ipotesi che dietro l’elezione di un
diesse a presidente della RAI possa esserci una sorta di scambio di
favori tra i diesse e Berlusconi? Insomma, che Berlusconi concede la RAI in
cambio di favori per Mediaset da parte dei diesse? La cosa in fondo
potrebbe avere la sua credibilità, visti i trascorsi del gran daffare
che si diede D’Alema per appoggiare la quotazione in borsa di Mediaset
a suo tempo, no?
Candidato. Ma questa volta non ci
sarebbe alcun fondamento, Petruccioli non è il candidato dei diesse, ma
dell’Unione, l’abbiamo già tutti accettato!
Monsignore.
Queste sono sottigliezze di palazzo. Alla gente non arrivano e non
interessano: per la gente Petruccioli è un comunista che grazie a
Berlusconi diventa presidente della RAI, e non è inverosimile che
questo possa accadere in cambio di favori concessi a Berlusconi. Ma
lasciami andare avanti: non faccio affidamento soltanto su questo.
Diciamo che con questa questione potrebbe essere aperta la questione
morale a carico dei diesse. Ma andrebbe poi sostenuta con cose più
pesanti.
Candidato. Che sarebbero?
Monsignore. La
corruzione, quella vera, quella dei grandi interessi economici. La stessa arma con cui il PCI di allora fece fuori
socialisti, democrazia cristiana e tutto il resto. La storia che ti
dicevo prima dell’Unipol, che si accinge a conquistare la BNL, è vera.
Candidato. E allora?
Monsignore.
E allora non è forse l’Unipol la compagnia assicurativa delle
cooperative rosse? E non sono da sempre le cooperative rosse il braccio
economico-finanziario dei comunisti? Va bene, dei diesse? E non è
verosimile pensare che un’operazione di questa portata, la conquista di
una banca così importante, coinvolga anche decisioni politiche da parte
dei diesse? Non potrebbe questo essere un esempio di commistione tra
affari e politica? Non potrebbero essere i diesse additati come un
partito che, invece di fare politica, ha le mani in pasta direttamente
nel mondo degli affari e della finanza, condizionandone gli andamenti
grazie alla politica, soprattutto in una fase in cui si accinge a
diventare il maggior partito del prossimo schieramento governativo?
Candidato.
Don C., lo sai come la penso su questo. Se ci mettiamo a rimestare in
quella roba lì chi si salva? Con tangentopoli si salvarono proprio loro
solo grazie all’appoggio e alla copertura dei loro amici magistrati, ma
la verità è che ci siamo dentro tutti a queste questioni, no? Non ha
interessi Berlusconi in praticamente tutte le principali operazioni
finanziarie del paese? E le cooperative cielline di Formigoni in
Lombardia? Insomma, è un vecchio discorso, che potrebbe ritorcersi
contro chiunque, lo sai!
Monsignore. Non se ben
governato: se appoggiato cioè da tutti i principali giornali, e dai
principali leader dell’economia e della finanza.
Candidato. E sarebbero?
Monsignore. Che ne dici di Corriere della Sera e Repubblica? Di Confindustria, dell’intellighenzia progressista e di sinistra?
Candidato. Ah, certo, ma chi ti dice che lo farebbero di andare addosso ai diesse? E per quale motivo?
Monsignore.
Eh, R. mio, come al solito mi sottovaluti. Credi che perché non mi hai
visto né sentito su giornali e televisioni per un mese io sia rimasto
qui con le mani in mano? Se ti parlo così è perché ho ragione di
pensare che così può essere, non ti pare?
Candidato. Ne hai già parlato con Berlusconi De Benedetti Montezemolo Della Valle e compagnia? E magari anche non Nanni Moretti?
Monsignore.
Veramente ne ho accennato anche a Bertinotti (certo, indirettamente,
facendoglielo sapere), se proprio vuoi saperlo, e non ne è affatto
scontento. E comunque non usare sarcasmo con me. Ne ho parlato con chi
era utile parlarne. E quelle che ti sto presentando sono le valutazioni
che ne ho ricavato.
Candidato. Va bene. Ma io che
c’entro? Cosa devo fare, oltre a uscire di qui e dichiarare che
rinuncio alla candidatura a premier per il centrosinistra per darmi
definitivamente alle maratone ciclistiche per veterani?
Monsignore.
Non alterarti. Tu non dovrai fare né dichiarare nessuna rinuncia.
Lascerai che le cose vadano come devono andare, facendo il loro corso.
Piuttosto ho bisogno di un aiuto da te per la parte più importante.
Candidato. E cioè?
Monsignore.
Vedrai, i diesse non si aspettano un attacco proprio sulla questione
morale, ne saranno sorpresi, e reagiranno balbettando. Tanto più se
l’attacco venisse non dal nemico Berlusconi, ma da un loro alleato,
dall’interno del centrosinistra.
Candidato. Beh, c’è Rutelli che, a quanto mi dici, è a disposizione, qual è il problema?
Monsignore.
Ah, non ho dubbi che lo farebbe. Ma lui non è abbastanza alleato. In
fondo la ruggine che c’è tra lui e i diesse è cosa nota, l’effetto
sorpresa non sarebbe così forte. No. La persona giusta, R., sei tu!

(4 – Continua…)

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