La FIAT è un’azienda che va male. Anzi: che va molto male. E’ un’azienda che va molto male da molti anni. E’ un’azienda che probabilmente, non si chiamasse FIAT, e si trovasse in un altro paese, sarebbe già stata posta in liquidazione da tempo.
Tutto questo la Borsa lo sa, naturalmente. Non sarà un caso che l’andamento del titolo FIAT negli ultimi 7 anni (dal 1998 ad oggi) è quello che si vede qua sotto.
Nell’aprile 1998 un’azione FIAT valeva 43 Euro. Nell’aprile 2005, quattro mesi fa, esattamente sette anni dopo, un’azione FIAT valeva 4,40 Euro, 10 volte di meno. In altre parole: chi aveva comprato, che ne so, 10 mila Euro di azioni FIAT nell’aprile 1998, sette anni dopo si ritrovava in tasca mille Euro.
Ma la FIAT è la FIAT, e l’Italia è l’Italia: va male, va malissimo, va sempre peggio, ma di chiusura, di liquidazione, non si parla. La FIAT (sono tutti d’accordo: confindustria, sindacati, governi, opposizioni, destre sinistre e centri) va salvata ad ogni costo.
Ognuno ci mette del suo: lo Stato, come al solito, con contributi a fondo perduto per aprire nuovi stabilimenti inutili a nostre spese, e pagare la cassa integrazione a vita a migliaia di dipendenti FIAT, sempre a nostre spese. Gli italiani, continuando (sempre meno per la verità) a comprare automobili FIAT, sempre meno belle, sempre meno buone, e sempre più care: ma pur sempre italiane. Le banche, dando una mano come possono, e cioè continuando a finanziare la FIAT, a prestare soldi alla FIAT anche in una situazione come questa.
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