
Durante la sua vacanza valdostana, Papa Ratzinger è tornato sul suo invito rivolto – via Pera – ai laici non credenti, circa l’opportunità di vivere quasi Deus daretur, come se Dio esistesse. Lo ha spiegato così:
Ho fatto questa riflessione: nel tempo dell’illuminismo, l’ora dove la
fede era divisa tra cattolici e protestanti, si pensò che occorresse
conservare i valori morali comuni dando loro un fondamento sufficiente.
Si pensò: dobbiamo rendere i valori morali indipendenti dalle
confessioni religiose, così che essi reggano ‘etsi Deus non daretur’
[anche se Dio non ci fosse].
Oggi siamo nella situazione
contraria, si è invertita la situazione. Non c’è più evidenza per i
valori morali. Diventano evidenti solo se Dio esiste. Io pertanto ho
suggerito che i laici, i cosiddetti laici, dovrebbero riflettere se per
loro non valga oggi il contrario: dobbiamo vivere ‘quasi Deus daretur’
[come se Dio ci fosse]. Anche se non abbiamo la forza di credere,
dobbiamo vivere su questa ipotesi, altrimenti il mondo non funziona. E
sarebbe questo, mi sembra, un primo passo per avvicinarsi alla fede. E
vedo in tanti contatti che, grazie a Dio, cresce il dialogo con almeno
parte del laicismo.
La spiegazione peggiora l’affermazione, integrando il doppio risultato di una eresia dal punto di vista della fede cristiana e quello di una topica inescusabile dal punto di vista della filosofia e della storia del pensiero occidentale.
Quanto alla filosofia: è fin troppo evidente che il tentativo di una
fondazione della morale su valori laici, etsi Deus non daretur, è stata
conseguenza della morte di Dio, del fallimento di quel Dio che già era, e da secoli, utilizzato e concepito come fondamento assoluto di ogni valore morale. Oggi – ancora una volta l’inascoltato e
inattuale Nietzsche, tanto quanto il frainteso Heidegger insegnano – è
il concetto stesso di fondamento e di valore a non funzionare più, ad
aver mostrato la sua essenza di punto di vista, dunque relativo, dunque
inservibile (finalmente e per fortuna, dico io) allo scopo di fondare
un’etica condivisa: che senso ha riproporre un ritorno al vecchio, già
sperimentato e già fallito, tentando di riportare in vita il
Dio-fondamento dei valori morali? Ovviamente nessuno.
Quanto all’eresia rispetto alla fede cristiana, non occorrono tanti
discorsi: il concetto di Dio che il Papa in questo modo divulga e al
quale invita a rivolgersi è – appunto – innanzitutto un concetto, tanto
che cerca di propugnarne l’appeal perfino facendo a meno della sua
effettiva esistenza. E’ il vecchio Dio dei filosofi, che nulla a che
fare col Dio di Abramo, di Isacco, col Dio dei nostri Padri, col Dio di
Gesù Cristo. Che immagino a questo punto piuttosto offeso e irritato dalla scarsa
considerazione che Papa Ratzinger continua a dimostrargli.