Di tutto conosciamo il prezzo, di niente il valore
(Friedrich Nietzsche)
Non c’è niente da fare, siamo fatti così: quando ci fanno vedere una freccia che punta verso l’alto e sale da sinistra a destra, è più forte di noi, è questione di chimica: pensiamo che sia una buona cosa. Lo sanno bene i pubblicitari, che usano questo topos da sempre.
Così fanno quelli che – invece di scambiare denaro contro saponette – per mestiere scambiano denaro contro denaro, ovvero quelli che campano di finanza (banche, società di investimenti, privati investitori, speculatori… sono tutti sinonimi, ovviamente): comunicano con noi sempre e solo sulla base di una ovvietà mai spiegata e mai giustificata, ovvero che se i prezzi dei titoli che trafficano (azioni, obbligazioni, derivati vari…) vanno all’insù, questa è cosa buona giusta. Se invece vanno all’ingiù questo è male. E se vanno molto all’ingiù, è talmente male che qualcuno (noi tutti) deve mettere mano al portafoglio e salvarli. Cioè, capite, non so se mi spiego, ma io (io!) devo fare qualcosa per salvare Unicredit, o chi per esso.
Ora, a parte la considerazione che a questo punto vorrei trattarli come hanno trattato me sino ad oggi
[ – Dunque, dottor Profumo, lei mi chiede di prestarle dei soldi… sì, ok, di depositare in conto nella sua banca dei soldi, non giochiamo con le parole, glieli presto, e lei infatti mi paga un interesse; ma non è questo il punto, dottor Profumo: il punto è, che garanzie può offrirmi? Sì, lo so, lei, la sua famiglia, la sua banca è la più grande d’Italia, ecc…, ma sa com’è, quando torno a casa il mio consiglio familiare mi chiede garanzie, garanzie reali. E allora che facciamo? Mi firma una fidejussione? Facciamo un’ipoteca a mio favore su qualche immobile dei vostri? Sa com’è, con l’aria che tira non posso mica espormi a darle denaro senza garanzie adeguate!]
ora, a parte questo, cerchiamo di vedere per bene come stanno le cose, perché a me non sembra proprio che le cose siano così nere e tragiche, non così automaticamente, sol perché (per una volta) a rimetterci sono lorsignori della finanza. Proviamo a vedere se quel che ci hanno raccontato sempre è poi così vero. Eccolo rappresentato qui sotto:
Cosa c’è di più incontrovertibile? Se il prezzo (il valore ci dicono preferibilmente, con parola scelta nientaffatto a caso, ma in realtà di prezzo si tratta) delle azioni ($ per Unit) aumenta, sale, vuol dire che le cose vanno bene. E viceversa: se il valore (leggasi prezzo) scende, oddio, le cose andranno male per tutti.
Siamo sicuri che sia proprio così?
Facciamoci aiutare da Nietzsche (lo so, non è un economista, embè?). Per Nietzsche, tutte le volte che ci sbattono in faccia la parola valore, dovremmo sempre tradurla con (adesso arriva un’espressione apparentemente complicata, ma resistete, ne verremo a capo presto) con “il punto di vista della volontà di potenza”: ciò che per qualcuno è un valore, è tale perché rappresenta il punto di vista della sua potenza. Ciò che è un valore per me, è tale in quanto rappresenta il punto di vista delle condizioni di sussistenza affermazione e accrescimento della mia potenza.
Ma semplifichiamo ai nostri fini: il valore è questione di punti di vista.
Vediamo un po’ se quest’approccio cambia qualcosa nella nostra interpretazione dell’andamento dei mercati. I grafici così apparentemente scontati di cui sopra, rappresentano la realtà, o non piuttosto un punto di vista sulla stessa? Date un’occhiata qua sotto:
Sono gli stessi grafici di prima, né più né meno. Solo con una noterella in più (Seller point of view), che risponde alla domanda: da quale punto di vista (dai valori di chi) sono disegnati? Per chi è cosa buona che per ogni titolo posseduto sia possibile cavarne più dollari? Ovviamente a chi li detiene, ovvero ovviamente a chi potenzialmente può venderli: se i prezzi salgono, con lo stesso titolo posso ricavare più dollari! Ma se invece provassimo a guardare alla realtà, alla stessa identica realtà, dal punto di vista di chi quei titoli non li ha, di chi quindi potenzialmente potrebbe comprarli? Ecco la risposta:
Ullallà, vale esattamente il contrario! Se i prezzi scendono, con lo stesso dollaro posso comprare più roba!
C’è nulla di più logico e naturale? No. E allora perché ci bombardano sempre e solo spacciandoci come assoluti i valori (il punto di vista) dei primi due grafici? Perché lo fanno proprio con noi, col cosiddetto popolo bue? Facile: perché così continuiamo a pensare che se i prezzi vanno su va bene per tutti, e magari ci precipitiamo a comprare (quando non dovremmo), e che se viceversa vanno giù va male per tutti, e magari ci precipitiamo a vendere quel che abbiamo (quando non dovremmo). E che se poi vanno proprio molto giù, allora diventa perfino giusto che noi, voglio dire proprio noi cittadini, mettiamo le mani in tasca per offrire il nostro obolo sull’altare della salvezza di lorsignori.
Ecco perché io avverso ogni manovra di cosiddetto salvataggio. Ecco perché tali manovre non fanno il nostro bene, il bene comune, ma solo il bene di lorsignori. Ecco perché – anche – auspico che ciò che non funziona abbia la possibilità di fallire (magari dignitosamente, semmai).
Ecco però anche perché, di questi tempi, penso che si possano fare grandi e belle cose: una generazione di finanzieri speculatori e rentier sta forse arrivando al capolinea. Magari parte il giro buono per quelli che il denaro lo guadagnano col lavoro e lo usano per vivere, più che per produrre artificialmente nuovo denaro.
Quanto vorrei chiedere delle garanzie al dott. Profumo ! Sebbene non abbia dei soldi da lui.
Più che altro chiedere di giustificarmi ogni euro che guadagna, dato che il suo salario annuo supera di gran lunga (credo) l’ammontare medio dei depositi forse in rischio ora
Bel post congratulazioni specie per la citazione di Nietzsche.
Ora sono curioso di vedere se dopo le macerie si diffonderanno di più cose come Zop http://www.zopa.it
Io non sono nemmeno iscritto, ma l’idea che i soldi ce li prestiamo tra noi e non tramite mille intermediari potrebbe essere una svolta.
Tu che ne pensi?
La fiejussione al contrario, sei un mito.
Ma in effetti non hai detto niente che non sia sotto gli occhi di tutti. Secondo questo ragionamento sarebbe imprudente buttarsi a comprare un mucchio di azioni adesso ? Facendo cioè il contrario di quello che tutti gli analisti finanziari dicono di fare ? A me sembrerebbe di no. 🙂
Ciao, Fil
p.s. : aspetto sempre autorizzazione per progetto vrm sempre non ci siano motivi che impediscono la mia partecipazione. Ti ho scritto due e-mail ma forse i problemi di server ne hanno fatto perdere le tracce.
Le borse crollano, Profumo barcolla, Tombolini regge!
(P2P money subito)
l’unico intoppo che (soggettivamente) vedo nel tuo ragionamento è che Profumo i miei soldi li ha già, e se lo facciamo fallire io non li vedo mai più 🙂
per il resto, come si dice, pda.
l’unico neo è il fattore tempo.
si sa che per i filosofi e poeti è trascurabile, meno per chi fa economia.
dipende quanto dura la discesa. e secondo me è ancora lunga. Se lo diventa troppo si rischiano oltre ai risparmi si rischiano posti di lavoro, crisi aziendali, ecc…
Se è finita qui allora si aprono ampi spiragli speculativi … ma temo che la situazione sia tuttaltro che positiva.
ciao
andrea
@filippo, per aderire al progetto VRM devi andare qui:
https://progettovrm.pbwiki.com/request_access.php
Qualche considerazione da “trader part-time”, cioè da appartenente al cosiddetto parco buoi, che ricava parte del “denaro che usa per vivere” speculando (quasi) quotidianamente sul mercato.
1) Non pensate mai, neanche per un momento, che i mercati, dalla finanza globale, al più sfigato dei titoli, non siano manipolati.
Prima accetterete questo assunto, meno soldi perderete in borsa;
2) Il ragionamento di Antonio, relativo “all’andare all’insù ed all’ingiù”, da un punto di vista strettamente legato al mercato ed alla possibilità di guadagnare, dovrebbe essere integrato dal concetto di “short”, cioè di vendita allo scoperto.
In quest’ottica, anche un “bearish” diventa “bullish”
(Tralasciando l’altro aspetto, per così dire, “filosofico”)
2) Quanto agli speculatori che manovrano il mercato per farci vendere ai minimi ed acquistare ai massimi, beh, questa è una storia vecchia come il mondo.
Si basa sul desiderio ancestrale legato all’avidità dell’uomo di ottenere sempre il massimo.
Siccome è letteralmente impossibile acquistare ai minimi e vendere ai massimi, per il semplice e banale motivo che io NON conosco se in un dato momento sono in un minimo o in un massimo, sarebbe sufficiente accontentarsi di cavalcare solo una parte del movimento del mercato.
3) Ultima nota (polemica)
Della crisi dei subprime si è iniziato a parlare dal luglio 2007; le voci sulle banche si rincorrevano anche da prima.
Ma chi cavolo ve l’ha fatto fare di comprare e/o tenere azioni bancarie e non in tutti questi mesi?!?!?
E’ un delitto, in momenti come questi, mettere la liquidità in titoli di stato, ed accontentarsi di pochi punti lordi?
4) L’aspetto atroce di chi fa trading è essere liquidi (come il sottoscritto da tempo) ed attendere i cadaveri che passano nel fiume………..dura lex , sed lex
avvisaci quando sarà il caso di tornare ad investire..;-)
Io non ho mai smesso di farlo
Adesso m’è tutto chiaro: complimenti, meglio di così non si poteva spiegare la situazione. L’avevo anch’io sulla punta della lingua, ma non riuscivo a dirlo. Proverò a spiegarlo a quel centinaio di persone che conosco, per tranquillizzarli. Grazie.
più o meno quello che descrivi e’ l’approccio che usa Buffett :
http://investitoreaccorto.investireoggi.it/la-borsa-secondo-graham-e-buffett-mr-market.html
[…] Un po’ come fa giustamente notare Antonio Tombolini, uno dei più carismatici componenti della nostra realtà. -> Grandioso, le borse crollano! […]