Il blog di Antonio Tombolini

La battaglia dell'IVA digitale (contra Veltroni)

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E dunque il compagno Murdoch rappresenta la frontiera più avanzata dell’Opposizione di Sinistra di questo paese: cribbio, perché mai equiparare l’IVA degli abbonamenti Sky a… a quasi tutte le altre merci e servizi in commercio, ovvero al 20%?
Ma fatemi un favore, Veltroni e soci, ma fatemi un favore! Questa mi sembra davvero enorme. Rispondetemi prima a quest’altra domanda: come mai fino ad oggi era al 10% invece che al 20%?
Le aliquote IVA ridotte trovano la loro ratio nella volontà politica di promuovere quel prodotto, o perché bene di prima necessità, o perché se ne ritiene politicamente auspicabile la diffusione.
Per questo l’olio d’oliva ha IVA ridotta al 4%, e così il latte e i suoi derivati. Per questo pane e affini, nonché salumi e affini, nonché altri alimenti hanno IVA ridotta al 10%.
Per questo i libri godono di uno speciale regime a favore degli editori che ne riduce in pratica l’aliquota IVA a zero.
Per questo gli ebook… ah, no, scusate, mi stavo facendo prendere la mano: gli ebook no, gli ebook per le direttive europee non sono libri, ma “servizi informatici“, e come tali assoggettati all’aliquota standard del 20%. Mica come le partite e i canali porno distribuiti via satellite.

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  • Concordo pienamente: Veltroni una ne pensa e cento ne sbaglia.
    Questo non cancella il brivido lungo la schiena che mi coglie ogni volta che il Berla legifera in materia di Editoria Televisiva e non solo…

  • L’IVA sui libri è al 4% e viene assolta dall’editore sul prezzo di copertina al momento della pubblicazione.
    Dunque non è pari a zero.

  • Sorry ma non sono d’accordo. L’Italia è un paese troppo infestato di comunisti e fascisti per capire qualcosa di economia.
    L’IVA è una tassa iniqua a prescindere che si applicata ai fichi secchi o alle Rolls Royce. Scusa la mia franchezza, nessuno a meno che strizzi l’occhio alle dittature, si può permettere il lusso di dirmi cosa è superfluo per me. Chi lo autorizza? Come si permette?
    Il discorso poi è anche razzista e classista perché sottintende:”Tu povero ti devi accontentare solo di pane e latte” Io a questo giochino non ci sto io vedo quello che mi pare e se decido di morire di fame e vedermi una partita a pagamento sono affari miei. Lo stesso vale per i libri elettronici, quelli di carta ed il cinema. Lo stato, gli altri cittadini uguali a me devonostare il più lontano possibile dai miei gusti!
    Inoltre dal punto di vista strategico è un suicidio. Un macchina fotografica è fatta in Cina. Current di Tommaso Tessarolo, ma ci sono anche altri, è realizzata in Italia come la mettiamo con l’occupazione in tempo di crisi?
    Come si rimediano i soldi? IRPEF e non IVA! Tasse alte sulle rendite tasse basse sulle aziende e lotta all’evasione.

  • Caro S. non essere così categorico: ora non ho tempo di entrare nel dettaglio, ma l’IVA sui libri è solo nominalmente al 4%, ma di fatto a zero, attraverso un bizantinissimo e ipocritissimo meccanismo di liquidazione.
    Anzi, a dire il vero (e gli editori lo sanno benissimo!) molti ci guadagnano, cioè hanno IVA sottozero. Funziona così: quando devono pagare l’IVA la legge gli riconosce il 70% di resi forfetariamente (pensate che mercato di m….) su cui non paga l’IVA. Quindi se per caso i suoi resi sono meno del 70%, lui ne gode ugualmente, e quindi va a credito.
    Ah, S., dimenticavo: quando sono categorico io nelle mie affermazioni, prima di esserlo tu al contrario, documentati. Grazie.

  • Tanto la porno tax sistemerà anche i canali… 😛
    Scherzi a parte Antonio io sono d’accordo con il tuo post ma come dice Roldano non capisco questa cosa di decidere quale bene è di prima necessità e quale non lo è. Ci sono forse certe categorie che sono indiscutibili ma moltre altre no.

  • Roldano e Dario, le vostre osservazioni non inficiano il punto: io la penso come voi, ma questo significa soltanto che “secondo noi” l’IVA non dovrebbe esserci affatto, oppure se proprio ci dev’essere, dovrebbe essere identica su tutti i beni e servizi, io sono d’accordissimo.
    MA il senso del mio post è che pur all’interno di un sistema che ragiona invece come ho descritto (e che io non condivido perché antiliberale, paternalistico e dirigistico, e pure dannoso) la “battaglia” per l’IVA ridotta a Sky è UNA PUTTANATA COLOSSALE e il regime oggettivamente di favore di cui ha goduto fino ad oggi non trova giustificazione alcuna neanche in base ai LORO criteri.

  • Peccato che l’IVA al satellite fu abbassata nel ’95 quando al governo c’era lo stesso di oggi che allora guarda caso possedeva anche una quota di tv satellitare (tele+).
    Per quanto riguarda ladiversità di trattamento di merci diverse: il governo ha il dovere di indicare una via (questa non è un’opinione, ma un fatto che dipende dalla storia, dalla sociologia, dalla scienza, dalla psicologia), il fatto che in Italia spesso sia quella sbagliata dipende da una parte dall’inadeguatezza professionale e dall’altra dalla noncuranza civile dei governanti.

  • Uhm… pensavo che a dover “indicare la via” fossero i guru, non i governi… uhm… pensavo che i governi dovessero limitarsi ad amministrare… uhm… speravo che i “doveri” dei governi da “stato etico” potessero esserci risparmiati…

  • L’amministrazione non è separata dalla politica e quindi è anche etica, l’etica non è sempre la stessa e i valori cambiano nello spazio e nel tempo, quindi non esiste ‘uno’ (nel senso numerico) stato etico.
    I guru, come i governanti, sono delle persone e non degli esseri superiori e quindi i giudizi sulle cose terrene dipendono sempre anche da valori soggettivi, indipendentemente dalla causa che li ha generati.
    Ad esempio, stabilire che la pedofilia è illegale e che il comportamento pedofilo va punito dipende da norme valoriali particolari, più o meno condivise, che comunque indicano una via. Lo stesso vale per le decisioni riguardanti cosa e quanto tassare.
    Non capisco se i tuoi ‘uhm’ siano dubbi seri o ironici.

  • Si, il discorso può anche filare e sugli ebook hai ragione.
    Visto che l’opposizione non sa più dove aggrapparsi, lo spot di SKY diventa un appiglio, spassosissimo.
    E’ talmente pieno di slogan antigovernativi che Veltroni si sogna solo di pronunciare 🙂
    Ecco perchè molti a sinistra si aggrappano a Murdoch, IMHO! E’ l’unica scialuppa in vista 🙂

  • Antonio come consumatori siamo soggetti a tripla imposizione ( palesi le prime due, occulta la terza ), sorvolo su tutte le altre:
    Imposta sul Valore Aggiunto ( I.V.A. )
    Irpef
    Indetraibilità costi sostenuti
    Se dal reddito si potesse detrarre tutte le spese sostenute, un bene qualsiasi ti costerebbe meno di quanto effettivamente pagato.
    Per l’automatismo reddito – costi = minor irpef da pagare.
    E’ banale l’uscita di cassa corrisponde ad un reddito non più disponibile, sul quale sarebbe corretto non pagare tasse ( che saranno a carico del venditore ).
    Sull’emersione del “nero” potrebbe esserci effetto domino, ma possibile valutarne la portata solo post.
    Resta poi da considerare anche quei servizi che il cittadino si trova a dover pagare ( e prima erano gratis o lo sono ancora ma di livello tale che è meglio pagare ).
    Definibile metaforicamente come altra “tassa” occulta, paghi l’Irpef/Iva e non detrai perchè le Istituzioni possano avere le risorse da destinare al servizio cittadino e poi gli stessi li paghi.
    Scusate la banalità ma il discorso è molto più ampio.
    Mi chiedo quante risorse ( soldi ) sarebbero disponibili per le famiglie ( per farne quello che vogliono ) se ci fossero automatismi come quelli sopra.
    Le sperequazioni sono molte come per esempio l’esenzione Iva sulle triangolazioni in esportazione, consentite alle Imprese.
    O le detrazioni 100% Iva per i rappresentanti su beni strumentali all’attività e non consentita ad un qualsiasi consumatore.
    Fatte salve le situazioni ( e sono sempre di più ) di chi non arriva a fine mese, quanto la possibilità di disporre maggiori risorse contribuirebbe ad alimentare i consumi? Senza interventi draconiani di Stato?
    Altro discorso sono le materie prime ( non solo gas e petrolio ) con quotazioni a picco, oppure le delocalizzazioni produzioni, i risparmi non vengono trasferiti effettivamente sul prodotto a beneficio dei consumatori.
    Non è un discorso di parte politica, ma un ragionamento banale ( anche nella spiegazione vorrete scusarmi ) da Imprenditore e Consumatore.

  • Preoccupati pure. Anzi no, se qualcuno la pensa diversamente da te dovresti solo esserne felice, soprattutto se sono io.
    Però nel frattempo informati meglio anche sulla questione dell’Iva alle tv e sul fatto che il discorso è più complicato e che ci sono differenze regolative tra mediaset e sky, un po’ come per i libri, la cui Iva (come mi pare di capire) pur essendo al 4% è nulla.
    Soprattutto mi preme invitarti ad argomentare, se proprio devi atteggiarti in questo modo, visto che lo smiley alla fine del commento non alleggerisce quello che hai scritto.
    Se ho capito male, my bad.

  • Francamente penso che ci siano cose più importanti di cui potrebbero occuparsi Veltroni e soci, ma anch’io considero l’IVA una tassa assolutamente iniqua. E’ pure anticostituzionale visto che non è basata su criteri di progressività ma di proporzionalità. (Per me ci dovrebbe essere solo una tassa sul reddito e basta). Perciò tutto ciò che contribuisce a ridurre l’IVA a me va bene. Altro che aumentarla!

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