Il blog di Antonio Tombolini

Melfi, la Fiat e il sindacato inutile

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A Melfi i lavoratori scioperano e manifestano – per una volta – per questioni classicamente sindacali: migliori condizioni di lavoro (pare che i turni, lì, siano particolarmente pesanti) e per un migliore salario (i salari sono più bassi del 25% rispetto a quelli dei loro colleghi torinesi, e avrebbero dovuto essere da tempo avviati al riallineamento dopo una fase iniziale).

I lavoratori, insomma, vorrebbero lottare per le loro condizioni di vita ed economiche, e vorrebbero – come è logico aspettarsi – i sindacati al loro fianco a sostenerli.
E invece no. I loro colleghi torinesi – ex classe operaia oramai decadente – sono capaci solo di piagnucolare e chiedere che per favore non mettano in crisi la loro comodissima cassa integrazione da doppio e triplo lavoro. La stessa CGIL, di cui la FIOM è parte, segue con imbarazzo lo sviluppo della vicenda. Si può perfino inviare la polizia a forzare i blocchi senza che nessuno chieda le dimissioni del Governo (che del resto non si sarebbe avventurato su questa strada senza la copertura sindacale).
Insomma, dopo decenni di collateralismo partitico, di intrusione istituzionale in ambiti non propri, di concertazioni per la migliore spartizione di poltrone, di pseudo-battaglie su fantocci inconsistenti come l’art. 18, di imbelli e sbandierati pacifismi a buon mercato, abbiamo anche la conferma a contrario: nel momento in cui viene avviata una lotta squisitamente sindacale, si scopre che in Italia il sindacato non c’è più.

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  • Sono rimasto sbalordito anch’io dal modo in cui è stata usata la forza pubblica, sembrava il Cile di Pinochet. Governo vergognati e che si vergognino anche i componenti delle forze di polizia e carabinieri che non hanno il coraggio di dire no ad un ordine ingiusto.

  • No Fabrizio, l’ordine cui poliziotti e carabinieri hanno obbedito non era ingiusto: nessuno puo’ impedire ad un altro di entrare e andare a lavorare, e ad essere ingiusti (nel senso di illegali) sono i blocchi.
    Ed e’ bene che poliziotti e carabinieri continuino ad obbedire a tutti gli ordini “legali”, senza chiedersi se siano piu’ o meno “giusti” da un altro punto di vista, che e’ quello politico.
    Da quest’ottica, a ritenerlo giusto, sono stati prima di tutto, secondo me, i sindacati, divisi al loro interno e incapaci di gestire trattative sindacali, che hanno cosi’ preferito (ma ne subiranno le conseguenze) usare “politicamente” la piazza nel tentativo di trasformare una vertenza sindacale in questione politica.

  • Sono in parte d’accordo con te Antonio, in particolare quando dici che nessuno può impedire ad un altro di entrare, lavorare, pensarla diversamente. Dunque è giusto che le forze dell’ordine ripristinino una legalità quando questa è violata. E’ sul metro di intervento che ho qualche dubbio, sulla misura. Ciao

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