La pubblicità è morta, la comunicazione aziendale no. Metafora è un esperimento promettente e coraggioso di nuova comunicazione aziendale, da fare in rete. Un esperimento cui ho deciso di partecipare anch’io.
Ciao Antonio. Sono estremamente affascinato da qualsiasi tentativo che possa anche lontanamente provare a creare nuovi modelli di business per l’editoria (professionale e non) online e sono perciò estremanete curioso di capire le dinamiche e le potenzialità di ogni nuovo progetto. Circa “metafora”, mi aiuti a capire l’innovazione di preciso dove sta ? La selezione alla fonte degli inserzionisti la fanno anche altre agenzie mi pare. Che tipo di pubblicità è la non-pubblicità (dacché, come dici, la pubblicità è morta ?). La pubblicità è il fine o il mezzo ? Dal punto di vista tecnico, infine, visto che non vi è alcun parametro di traffico a disposizione dell’inserzionista e l’unico parametro sarebbe “l’influenza” del sito / blog o dell’intero network, mi piacerebbe capire come viene calcolata e da chi questa “influenza”. Ciao, Fil.
Metafora ha un modello di riferimento dichiarato, The Deck: http://www.coudal.com/deck/ Le regole del gioco (tuttora in fieri) sono qui: http://www.metafora.it/regolamento/ Credo che la risposta alle tue domande si possa trovare lì. Io mi limito alla più classicamente pubblicitaria delle tue domande: “Dal punto di vista tecnico, infine, visto che non vi è alcun parametro di traffico a disposizione dell’inserzionista e l’unico parametro sarebbe “l’influenza” del sito / blog o dell’intero network, mi piacerebbe capire come viene calcolata e da chi questa “influenza”.” Già qui vi è un abisso di differenza di impostazione. Per te (per tutti i pubblicitari) questa è “questione tecnica”, da risolvere tecnicamente. Per me no, non lo è per niente: l'”influenza” la calcoliamo arbitrariamente noi (i venditori), nel fissarne il prezzo. E la giudicano gli inserzionisti (i compratori) che decidono se comprare o no. Proprio come quando io propongo a qualcuno un pezzo di formaggio o una bottiglia di vino. Facile, no?
@ Massimo: sei il solito bastardo! Ma come, io mi affanno a spiegare perché e percome sia tutto diverso, e tu mi banalizzi in codesto modo? 😉 @ Vale: forse hai ragione tu, seriously, come ho detto di esperimento si tratta, e quindi chissà. Tuttavia lasciami dire che non ho mai creduto nel fatto che il problema della pubblicità online sia “il banner”, e anzi, tendo a pensare che alla fine resti il modo più pulito e onesto (e alla fine anche meno fastidioso) di farla. Molto meno onesti e infinitamente più fastidiosi mi sembrano le modalità “più moderne” escogitate a destra e a manca, che tu sembri evocare.
Sono d’accordo con Antonio il 468×60 è duro a morire e senz’altro è la forma più riconosciuta ed assimilata tra quelle disponibili (ancor meglio se statico, Antò mi ha convinto su questo punto). Ciò Antonio mi sembra però che nel contempo vada in direzione contraria rispetto al tuo pensiero secondo il quale la pubblicità sarebbe morta. Forse è arrivato il momento di spiegare quale pubblicità lo sia e quali sarebbero le differenze con quella nuova, quella viva. La mia richiesta, come sempre, è del tutto interessata visto che, come ben sai, l’adv online rappresenterà una parte consistente del sostentamento della mia famiglia per i prossimi anni… 😉
Ciao Antonio. Sono estremamente affascinato da qualsiasi tentativo che possa anche lontanamente provare a creare nuovi modelli di business per l’editoria (professionale e non) online e sono perciò estremanete curioso di capire le dinamiche e le potenzialità di ogni nuovo progetto. Circa “metafora”, mi aiuti a capire l’innovazione di preciso dove sta ? La selezione alla fonte degli inserzionisti la fanno anche altre agenzie mi pare. Che tipo di pubblicità è la non-pubblicità (dacché, come dici, la pubblicità è morta ?). La pubblicità è il fine o il mezzo ? Dal punto di vista tecnico, infine, visto che non vi è alcun parametro di traffico a disposizione dell’inserzionista e l’unico parametro sarebbe “l’influenza” del sito / blog o dell’intero network, mi piacerebbe capire come viene calcolata e da chi questa “influenza”.
Ciao, Fil.
Metafora ha un modello di riferimento dichiarato, The Deck:
http://www.coudal.com/deck/
Le regole del gioco (tuttora in fieri) sono qui:
http://www.metafora.it/regolamento/
Credo che la risposta alle tue domande si possa trovare lì. Io mi limito alla più classicamente pubblicitaria delle tue domande:
“Dal punto di vista tecnico, infine, visto che non vi è alcun parametro di traffico a disposizione dell’inserzionista e l’unico parametro sarebbe “l’influenza” del sito / blog o dell’intero network, mi piacerebbe capire come viene calcolata e da chi questa “influenza”.”
Già qui vi è un abisso di differenza di impostazione. Per te (per tutti i pubblicitari) questa è “questione tecnica”, da risolvere tecnicamente. Per me no, non lo è per niente: l'”influenza” la calcoliamo arbitrariamente noi (i venditori), nel fissarne il prezzo. E la giudicano gli inserzionisti (i compratori) che decidono se comprare o no. Proprio come quando io propongo a qualcuno un pezzo di formaggio o una bottiglia di vino. Facile, no?
Si, sembra facile.
Sto alla finestra. In bocca al lupo.
sapevo io che ti saresti messo a vender banner sui blog, prima o poi 😉
oh madonna. e la “non-pubblicita’”, la “comunicazione aziendale” figa sarebbe un preistorico 468×60 ?!??!? siamo nel 2007, non nel 1997. eh.
@ Massimo: sei il solito bastardo! Ma come, io mi affanno a spiegare perché e percome sia tutto diverso, e tu mi banalizzi in codesto modo? 😉
@ Vale: forse hai ragione tu, seriously, come ho detto di esperimento si tratta, e quindi chissà. Tuttavia lasciami dire che non ho mai creduto nel fatto che il problema della pubblicità online sia “il banner”, e anzi, tendo a pensare che alla fine resti il modo più pulito e onesto (e alla fine anche meno fastidioso) di farla. Molto meno onesti e infinitamente più fastidiosi mi sembrano le modalità “più moderne” escogitate a destra e a manca, che tu sembri evocare.
Sono d’accordo con Antonio il 468×60 è duro a morire e senz’altro è la forma più riconosciuta ed assimilata tra quelle disponibili (ancor meglio se statico, Antò mi ha convinto su questo punto). Ciò Antonio mi sembra però che nel contempo vada in direzione contraria rispetto al tuo pensiero secondo il quale la pubblicità sarebbe morta. Forse è arrivato il momento di spiegare quale pubblicità lo sia e quali sarebbero le differenze con quella nuova, quella viva. La mia richiesta, come sempre, è del tutto interessata visto che, come ben sai, l’adv online rappresenterà una parte consistente del sostentamento della mia famiglia per i prossimi anni… 😉