Oggi il parlamento dell’UE vota sulla Direttiva Bolkestein. Prende nome dal Commissario europeo in carica mentre Prodi ne era Presidente. Con l’avallo di Prodi, il prode Bolkestein diede i natali all’omonima direttiva, per la liberalizzazione dei servizi all’interno dell’Unione. In altre parole: la concorrenza si apra non più solo tra fabbricanti di ciabatte, com’è giusto, ma anche tra medici, avvocati, notai, idraulici, imbianchini, consulenti, ecc. ecc.
Sacrosanto, nevvero?
Bene, la direttiva Bolkestein verrà oggi affossata dal Parlamento Europeo, succube e prono ai diktat delle mille corporazioni di riferimento. Tra i suoi becchini è curioso (ma neanche poi così tanto) annoverare Rutelli con la pattuglia della Margherita, D’Alema e i suoi eccetera. Insomma, i seguaci di Prodi (che quella direttiva promosse). A pronunciarsi a favore restano Bonino e Pannella, che spero vogliano trarne una qualche conseguenza anche in vista delle prossime elezioni in Italia.
Informazione un po’ fuorviante, detta così la Bolkestein sembra quasi una bella cosa, invece questa legge permetteva (come già sta accadendo anche in Italia) di pagare un operaio proveniente ad esempio dalla Romania sui 300 euro al mese anche per dieci ore di lavoro al giorno. Bella cosa la liberalizzazione eh?
Tanto a rimetterci sono sempre i lavoratori e loro ci sono abituati.
Trovo poi che sia inesatto dire che è stata affossata dai diktat “delle mille corporazioni di riferimento” (che pure avranno avuto i loro interessi, come tutti).
Ieri a Strasburgo 50.000 lavoratori hanno manifestato contro questo orrore giuridico.
Le avrà viste le immagini, le sembravano tutti dei privilegiati che difendevanbo i loro privilegi? le sembravano tutti avvocati, medici, notai?
Ma per piacere!
Che i radicali fossero a favore rientra perfettamente nella loro logica, furono loro a proporre quei bei referendum antinsindacali che facevano strage dei principoi dello Statuto così faticosamente conquistati.
E poi si lamentano che a sinistra nessuno li vuole.
E per forza!
Saluti
E.M.
> Informazione un po’ fuorviante, detta così la Bolkestein sembra quasi una bella cosa, invece questa legge permetteva (come già sta accadendo anche in Italia) di pagare un operaio proveniente ad esempio dalla Romania sui 300 euro al mese anche per dieci ore di lavoro al giorno.
Falso.
La direttiva Bolkestein ha sempre previsto l’obbligo di compatibilità con la pre-esistente direttiva sui lavoratori in trasferta (posted workers directive) che impone, tra l’altro, il rispetto della legislazione del lavoro e dei contratti collettivi del paese ospite. Ciò nonostante, è proprio il principio del paese d’origine che è stato oggetto delle operazioni di disinformazione più clamorose e ha, perciò, cristallizzato le resistenze più forti all’adozione della direttiva. Per esempio, è al tempo stesso sintomatico e desolante che, ancora di recente, il presidente del Pse (Rasmussen) abbia affermato che questo principio mette in pericolo la “possibilità dei lavoratori di un paese europeo che volessero lavorare in un altro paese europeo di essere occupati con lo stesso salario e le stesse condizioni di lavoro che si applicano a un lavoratore locale”, ignorando che questo è già garantito dal rispetto della direttiva sui lavoratori in trasferta.
luigi