Supponete di essere uno che ritiene di essere stato condannato ingiustamente a una lunga pena.
Supponete di essere uno che – per principio – pur ritenendo di essere stato condannato ingiustamente, accetta le leggi del proprio Paese, e pur ribadendo a ogni occasione la sua innocenza, si fa tutta la galera che gli viene comminata, un giorno alla volta, senza chiedere la grazia, non solo, senza chiedere l’applicazione di nessuno dei benefici accessibili ai detenuti con buona condotta. E per far rimarcare ancora di più, allo stesso tempo, l’ingiustizia della condanna e l’osservanza rigorosa della legge, non chiede mai neanche un giorno di permesso.
Supponete ora…
che nientepopodimenoché l’Arcidiocesi di Milano, prediletta di Santa Romana Chiesa, avanguardia del cattolicesimo progressista e vivaio del margheritismo cattolico, si rivolga a voi, in carcere, e vi inviti a partecipare, per un giorno, ad una propria iniziativa quaresimale, nel Duomo di Milano: si tratta di leggere brani tratti dalla Ballata del carcere di Reading di Oscar Wilde.
Supponete che però voi, per colmo di scrupolo, e sorpreso di tanto onore, chiediate preventivamente: nel Duomo di Milano? Ma il cardinale Tettamanzi lo sa?
Ma certo, vi rispondono, ci mancherebbe altro!
Che fate?
Dipende.
Voglio dire, se non avete avuto modo di conoscere la classe dirigente cattolica (e dunque neanche chi conta nella diocesi di Milano, e tantomeno il cardinal Tettamanzi), insomma, se siete Adriano Sofri, non ho dubbi, aderirete con l’entusiasmo di un bambino, e per la prima volta deciderete di umiliare la vostra scelta di coerenza, chiedendo al magistrato di sorveglianza un giorno di permesso per poter partecipare all’evento.
Ma questo, per l’appunto, sol perché e in quanto non avete conoscenza di quegli illustri personaggi.
Li aveste conosciuti prima, non vi avrebbe sorpreso quel che è accaduto dopo: Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Dionigi Tettamanzi è uno che legge i giornali, mica no. E quelli della Curia sono personcine che sanno come si sta al mondo, e quanto è importante il consenso, l’opinione pubblica. Se poi il Cardinale è in corsa – come si dice – per diventare Papa, figuriamoci, le attenzioni vanno moltiplicate.
Così accade che magari qualcuno fa notare alla Curia, e all’Arcivescovo, che insomma, sì, la presenza di Sofri in Duomo rende contenti molti, ma dà pure fastidio a tanti altri, e magari non è il caso eccetera eccetera eccetera…
L’Arcivescovo Cardinale di Milano Sua Eminenza Reverendissima Dionigi Tettamanzi – che è pure persona pratica, se no mica si trovava dove si trova, vi pare? – risolve tutto in quattro e quattr’otto. Come? Ricorrendo al sempiterno ipocrita linguaggio dei sepolcri imbiancati, e rimangiandosi tutto.
Sentite qua cosa dice… anzi no, aspettate, prima di leggere cosa dice fate un esercizio, vi prego: mettetevi nei panni di un bravo credente cattolico, uno che ci crede, o vorrebbe crederci, sul serio. E adesso, in quei panni, sentite cosa dice e come parla e che linguaggio usa l’Eminenza Reverendissima Aspirante Papa l’Ipocritissimo Dionigi Tettamanzi:
Se l’invito ad Adriano Sofri è un momento di divisione in una società già troppo conflittuale, allora è da ripensare questo aspetto organizzativo della serata.
Avete sentito? Ha detto forse Adriano, perdonami, ci ho provato, ma proprio non me la sento, non è il caso, mi tocca rimangiarmi l’invito, scusami? Ha forse detto così? Macché, mica parla così un aspirante papa. Ha detto che è da ripensare questo aspetto organizzativo della serata. Vuol dire che Sofri se ne può restare in cella, certo: ma vuoi mettere la grazia e lo stile dimostrati?
A questo punto entro in gioco il team, un team di prim’ordine, la Curia milanese. Mica son rimasti lì, mani in mano, ad aspettare che il primo impertinente osservasse che, ma come, chi lo aveva invitato Sofri? Non avevano detto che Tettamanzi era al corrente di tutto?
Sono forti, quelli della Curia, e appena Sua Eminenza Ipocritissima esterna come sopra, loro se ne escono in appoggio con un altro fiore di retorica chiesastica (leggete e rileggete, mi raccomando, ne vale la pena):
L’arcivescovo Tettamanzi non ha invitato Adriano Sofri, lui ha semplicemente approvato l’idea generale di questa iniziativa quaresimale chiamata Pause. L’invito alle persone è fatto dagli organizzatori, cioè dal Duomo e da una realtà che si occupa dell’aspetto artistico.
Insomma, non è stato il Cardinale, non siamo stati noi: è stato il Duomo…
Adriano Sofri, che è un signore, ha reagito semplicemente chiedendo al magistrato di sorveglianza di voler considerare nulla la sua richiesta di permesso.
Io, che signore non sono, mi sarei incaponito e avrei fatto carte false per ottenere il permesso, e almeno mettere in difficoltà Curia e Cardinale.
Anzi no. Io, che quegli ambienti e quei metodi li conosco, non sarei caduto in trappola, e avrei detto no all’invito.
Perciò, Adriano, la prossima volta che avrai a che fare con quella gente, fammelo sapere: a te una consulenza gratuita la faccio volentieri.
e il bello che Sofri era stato invitato da una realtà (soprannaturale…forse) che si occupa dell’aspetto artistico…..
Sulla questione, le tue parole sono quanto di più semplice e chiaro si potesse esporre. E poiché certe ipocrisie vanno gridate forte, anche se ad ascoltare pare sia solo il vento, mi permetto di linkare il tuo articolo sul mio blog. Grazie della lettura, graditissima.
Grazie Antonio.
Grazie della chiarezza delle tue parole.
si si credo proprio che questo diventerà papa…
ho l’onore di conoscere e di aver compiuto un pezzo di cammino di vita attiva e politica con Adriano Sofri, la sua compostezza, la sua intelligenza, la sua coerenza dovrebbero essere ad esempio a quei molti cattolici – non dico cristiani – ipocriti e subdoli che hanno governato questa povera nostra patria anni dopo anni per passare il testimone a questi altri non meno ipocriti e subdoli che ci governano. La chiesa dovrebbe condannare le ingiustizie, tendere una mano di aiuto a coloro che soffrono, ancor di più se ingiustamente. Con questo loro comportamento avallano le molte opinioni che vogliono la romana chiesa al servizio dei più forti nella condanna dei deboli! Un abbraccio Adriano e un grazie ad Antonio per essere sempre puntuale con arguzia ed intelligenza. Norma Torrisi Fubini
scusa, ma se far venire Sofri poteva turbare un bel pò di persone, perchè deve essere necessariamente ipocrita? si deve pur tener conto di tutta la situazione non ti pare? Se io dirigo un asilo nido e mi mandi la mambro a cantare una bella canzone, fosse anche inncente sul 6 agosto a Bologna (I doubt), scusa ma preferei evitarla….. mi sembra il solito ipergarantismo sinistrucolo
Grazie Antonio.
Non sapevo molto di Tettamanzi, ma volevo saperne di più.
Ora mi è chiaro perchè sia il preferito del proditorio Prodi.
Tra ipocriti si intenderebbero.
mala tempora currunt.
scusa la sintesi, ma il tempo di dipanare il gomitolo di tristi, arrabbiate, deluse, indignate e speranzose parole è un lusso che non mi posso permettere. troppo aggrovigliata la matassa attorno alla bocca dello stomaco.
io, l’eretico.
quante volte vorrei che riscendesse per soli cinque minuti cinque a rovesciare i banchi dei mercanti nel tempio e sbugiardare i farisaici dottori del tempio, magari mi metto io per primo della fila a prendere frustate, se è il caso, ma davvero sarebbe niente a confronto del sollievo di quei cinque minuti.
Ho la fortuna di avere una corrispondenza con Mons. Tettamanzi (che come sapete non e’ divenuto Papa…). Non è assolutamente persona ipocrita, anzi è l’unico alto prelato che ha il coraggio di spezzare una lancia a favore dei lavoratori, a condannare in apertiis verbis la globalizzazione, a sottolineare l’amoralità di certa politica ed imprenditoria (trovatemene un altro). Difatti (promoveatur ut moveatur) l’hanno allantanato da Genova dopo il G8… – Ve lo dice uno che di certo non ha idee conservatrici. ric