Il blog di Antonio Tombolini

Vendite di ebook in Italia: Big Guys vs Italians, c'è un problema, o ce l'ho solo io?

V

STEALTH sales
Una premessa

  • I dati di cui parlo qui sono relativi a STEALTH, la piattaforma di distribuzione di Simplicissimus Book Farm, che aggrega e distribuisce il 37% dei titoli disponibili sul mercato (più di uno su tre).
  • Le considerazioni che faccio poggiano tutte su una generalizzazione che dal mio punto di osservazione ritengo molto verosimile, anche se non dimostrabile: non dispongo infatti dei dati relativi alle altre piattaforme di distribuzione (piccolo appello che resterà ascoltato: forse non sarebbe male condividerli tra noi, questi dati, invece di andare a comprare stime sbagliate e inverosimili da cosiddetti specialisti che non hanno dati di prima mano come noi abbiamo…), e c’è sempre la possibilità (che tuttavia ritengo altamente improbabile) che si comportino in maniera molto diversa da STEALTH.

Alcuni fatti

  • Nel corso dell’ultimo anno (dati al 29 aprile) le vendite degli ebook distribuiti da STEALTH sono aumentate del 400% in quantità (numero di ebook) e del 250% in valore (il prezzo medio si è abbassato).
  • Se però escludiamo le vendite effettuate attraverso gli store dei Big Guys (Amazon, Apple, Google, Kobo, Barnes & Noble), l’aumento è “solo” dell’82% in quantità e del 50% in valore.

Tesi

  • Sbaglio se dico che i retailer di ebook italiani (e non solo i cosiddetti indipendenti alla Ultima Books o alla Bookrepublic, ma anche quelli dipendenti da grandi gruppi, come Media World, IBS, Feltrinelli) hanno un grosso problema?
  • Sbaglio se dico che in una situazione in cui gli ebook vengono sempre più comprati, come è ovvio, nello store che l’utente trova già preinstallato sul lettore ebook, o sullo smartphone, o sul tablet che ha comprato, il problema non è risolvibile e il mercato se lo divideranno sempre più i Big Guys (che già oggi hanno una quota di mercato dell’80%)?
  • E infine (e soprattutto) sbaglio se dico che questo segnala la necessità (e l’opportunità) di individuare creativamente nuove strade e nuovi canali per la promozione degli ebook, che non siano quelli della velleitaria, e in fondo anche un po’ ridicola, competizione contro i Big Guys? In altre parole: siamo proprio sicuri che un ebook debba/possa essere comprato solo in un ebook store a questo dedicato?

7 Commenti

  • Secondo me non sbagli con nessuna delle tue affermazioni, la comodità (come ad es. i casi di Apple ed Amazon) la fa da padrona… scarico un formato che sono sicuro di aprire senza problemi e me lo ritrovo immediatamente su tutti i miei dispositivi
    Il prezzo da pagare per questa comodità, ad uso strettamente personale, è quella di non poter condividere con i nostri amici le nostre letture… a chi non è mai capitato di prestare un libro cartaceo ad un amico? D’altronde l’ebook l’ho acquistato, ed avrò ben il diritto di prestarlo a chi voglio?
    E’ ovvio che dal punto di vista tecnico questa eventuale possibilità va studiata bene, per evitare lo sharing selvaggio, ma, secondo me, è l’unico modo per differenziarsi dai Big Guys, a meno che non ci si voglia concentrare su pubblicazioni di nicchia, ma in questo caso i numeri non sarebbero ovviamente “da classifica”.

  • Secondo me non sbagli con nessuna delle tue affermazioni, la comodità (come ad es. i casi di Apple ed Amazon) la fa da padrona… scarico un formato che sono sicuro di aprire senza problemi e me lo ritrovo immediatamente su tutti i miei dispositivi
    Il prezzo da pagare per questa comodità, ad uso strettamente personale, è quella di non poter condividere con i nostri amici le nostre letture… a chi non è mai capitato di prestare un libro cartaceo ad un amico? D’altronde l’ebook l’ho acquistato, ed avrò ben il diritto di prestarlo a chi voglio?
    E’ ovvio che dal punto di vista tecnico questa eventuale possibilità va studiata bene, per evitare lo sharing selvaggio, ma, secondo me, è l’unico modo per differenziarsi dai Big Guys, a meno che non ci si voglia concentrare su pubblicazioni di nicchia, ma in questo caso i numeri non sarebbero ovviamente “da classifica”.

  • Non sbagli,
    ma secondo me va anche correlato con l’analfabetizzazione informatica che circola.
    Nonostante la presenza virale di dispositivi avanzatissimi ben pochi si preoccupano di sapere come funzionano le tecnologie sottostanti (chiedi al lettore medio la differenza tra epub2 e epub2, kepub, mobi lit e via discorrendo), l’importante é che funzionino.
    Questo significa delegare a qualcuno l’onere di far funzionare tutto, e qui i Big Guys la fanno da padroni imponendo soluzioni molto strette per alcuni, ma comode per la massa.
    Per fare un esempio: io scelgo un lettore se posso hackarlo per usare i programmi di lettura che dico io e non quello che sceglie l’Amazon o Apple di turno.
    Io compro esclusivamente da distributori di ebook senza DRM, sostenendo questo tipo distribuzione (vedi quintadicopertina.com , http://www.smashwords.com, http://www.ultimabooks.it) e boicottando il resto (Apple, Amazon) .
    Ma all’utente medio tutto ció importa, quando si é sempre alla ricerca dell’ultimo ritrovato della tecnica? Secondo me, no.
    Personalmente penso che faremo la stessa fine della guerra dei sistemi operativi, se si continua cosí : I Big Guys domineranno i grandi numeri del mercato e pochi piccoli virtuosi (come Linux) sosteranno iniziative lodevoli ma insostenibili economicamente alla lunga.

  • Sull’importanza dell’ebook e della presenza dei venditori indipendenti, la pensiamo allo stesso modo, temo però che i grandi editori abbiano tutto l’interesse – essendo tra l’altro anche distributori – ad evitare la crescita del mercato ebook e dei concorrenti.
    Il problema è evidente, noi come Caracò editore, nel nostro piccolissimo con poche decine di ebook venduti al mese (ma solo 20 titoli in catalogo), spingiamo i nostri lettori ad acquistare sempre su Ultimabooks e spieghiamo loro che il file Mobi/Epub si può acquistare tramite altri siti e poi inviarlo al kindle/Tablet. Cerchiamo partnership anche con associazioni, enti, distributori e privati per valorizzare l’ebook e i progetti legati all’ebook e ogni giorno spremiamo le meningi per capire come valorizzare lo strumento. Sul fronte librai/librerie troviamo molte resistenze purtroppo, noi cerchiamo di legare ai libri progetti a più ampio respiro, trasformandoli in rappresentazioni, monologhi, o altro… sarebbe bello regalare l’ebook ma far pagare un biglietto all’ingresso in librerie… o altre formule simili… purtroppo però anche i librai tradizionali devono capire che devono mutare qualcosa nella loro idea di “libraio” per sopravvivere.
    In ogni caso noi ci siamo!
    Ciao,
    Alessandro,
    Caracò editore

  • Caro Alessandro, come forse avrai saputo stiamo organizzando la prima convention degli editori STEALTH (la faremo a Roma, credo ai primi di giugno se ci riusciamo), e in quella sede il tema di nuovi canali e nuovi modi di diffusione dell’ebook, che necessariamente comportano la “complicità” di editori illuminati, sarà al centro della discussione. Quanto ai “grossi” editori (preferisco chiamarli così, ché si può essere “grandi” anche senza essere “grossi”…), beh… che facciano pure la loro strada, che per ora assomiglia molto al cartoncino degli imprevisti di monopoli: tre passi indietro, con tanti auguri…

  • caro Antonio mi piace molto la dinamica propositiva del tuo pezzo. molta sana provocazione su un argomento principe, anche, e soprattutto, per la diffusione della cultura letteraria. una soluzione (per altro che già esiste all’estero) sarebbe quella di dotare le librerie di un tablet/computer/netbook (quello che diavolo vogliamo) connesso ad una rete di vendita (Ultimabooks?) mettendo quindi i clienti in condizione con una pendrive di comprare direttamente in libreria.
    ovviamente il libraio avrà la sua percentuale sulle vendite.
    naturalmente le “resistenze” dei grossi si muovono proprio su questo canale di vendita che entrando in libreria pone i lettori/clienti di fronte ad una scelta.
    altra questione.
    al salone del libro di Torino quando tu parlavi alcuni anni fa di ebook ti guardavano (e guardavamo) come un visionario. poi è arrivato il momento del digitale e quindi due anni fa al Lingotto non si faceva altro che parlare di libri elettronici. quest’anno è tornato il silenzio.
    silenzio sostenuto dal sospetto. sospetto alimentato dal fatto che i “grossi” continuano a vendere ebook a 10, 12, 14 euro.
    lo trovo, oltre che sospetto, strano. e la scelta di ieri sommata a queste valutazioni rende il quadro ancora più chiaro.

  • caro Antonio mi piace molto la dinamica propositiva del tuo pezzo. molta sana provocazione su un argomento principe, anche, e soprattutto, per la diffusione della cultura letteraria. una soluzione (per altro che già esiste all’estero) sarebbe quella di dotare le librerie di un tablet/computer/netbook (quello che diavolo vogliamo) connesso ad una rete di vendita (Ultimabooks?) mettendo quindi i clienti in condizione con una pendrive di comprare direttamente in libreria.
    ovviamente il libraio avrà la sua percentuale sulle vendite.
    naturalmente le “resistenze” dei grossi si muovono proprio su questo canale di vendita che entrando in libreria pone i lettori/clienti di fronte ad una scelta.
    altra questione.
    al salone del libro di Torino quando tu parlavi alcuni anni fa di ebook ti guardavano (e guardavamo) come un visionario. poi è arrivato il momento del digitale e quindi due anni fa al Lingotto non si faceva altro che parlare di libri elettronici. quest’anno è tornato il silenzio.
    silenzio sostenuto dal sospetto. sospetto alimentato dal fatto che i “grossi” continuano a vendere ebook a 10, 12, 14 euro.
    lo trovo, oltre che sospetto, strano. e la scelta di ieri sommata a queste valutazioni rende il quadro ancora più chiaro.

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